Farmacie in giro per il mondo… Napoli

Uno dei luoghi più suggestivi dell’incontro tra scienza e arte è, senza dubbio, la “Farmacia storica degli Incurabili” che è la parte meglio conservata del “Complesso degli Incurabili” situato nel centro storico di Napoli.

Capolavoro del Barocco – Roccocò è, al tempo stesso, luogo di rappresentanza dell’Illuminismo napoletano. La farmacia, realizzata da Bartolomeo Vecchione, è quasi tutta intatta ed è composta di due sale contenente l’originaria scaffalatura in legno. Attualmente si accede attraverso la controspezieria mentre, nell’ambiente retrostante, esiste una grande urna marmorea, realizzata da Crescenzio Trinchese, contenente la panacea di ogni male: la Teriaca o Triaca.

Della-Theriaca-1594-184x300Questo farmaco ebbe una grossa diffusione tra il Medioevo e il Rinascimento e conteneva, tra le altre cose, oppio, carne e pelle di vipera. La richiesta era così forte da indurre i governi ad assoggettarlo alle regole del Monopolio di Stato e vietarne il contrabbando. Le preparazioni più famose erano quelle di Venezia e di Napoli, probabilmente perché Cipro, possedimento di Venezia, e Malta, possedimento del Regno di Napoli, consentivano una facile raccolta di ofidi. I rimandi alla tradizione magico – alchemica nella produzione del farmaco non intaccano il grande valore scientifico della Farmacia quale esempio moderno di ricerca e formazione dello speziale.

Il committente dell’idea fu Antonio Magiocco, giurista e governatore degli Incurabili. Nel tempio della medicina della Farmacia degli Incurabili il farmaco chimico divenne una conquista eccezionale per la medicina, grazie al quale il medico poteva iniziare a contrastare le malattie che si indagavano. I prodotti a base di calomelano e le preparazioni mercuriali costituirono, in epoca preantibiotica, un valido antidoto alla progressione delle malattie. Il farmaco fu l’espressione della volontà del Vicereame austriaco di investire nella ricerca farmaceutica, considerata la nuova frontiera della conoscenza medica.

Fu proprio il farmaco e segnare il passaggio dalla medicina fideistica e teurgica, che contava soprattutto sulla preghiera, all’ospedale moderno, inteso come luogo di cura e non più come semplice ospizio.

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